lunedì 19 febbraio 2007

Dacci oggi il nostro shopping quotidiano


Il mio personale "sabato del villaggio" è rappresentato, ormai da più di 25 anni, dalla possibilità di effettuare (fidanzate permettendo...) un capillare giro nel centro di Milano, visitando i luoghi sacri dello shopping discografico locale... una sorta di pellegrinaggio insomma! Purtroppo, soprattutto negli ultimi anni, ho dovuto assistere inerme alla chiusura di alcuni negozi a me cari: lo stillicidio iniziò tanti anni fa con New Kary in Via Torino (la mia prima fonte di approvigionamento di bootlegs!), in seguito Transex (negli anni '80 luogo di ritrovo dei cosiddetti "metallari"), Disco Club presso la metropolitana di Cordusio (dove acquistai il mio primo vinile: la colonna sonora del film "Jesus Christ Superstar"), Virgin di Piazza Duomo (anche se non ho mai particolarmente amato i megastores...) e il mitico Supporti Fonografici in Corso di Porta Ticinese, in assoluto la serrata che ha maggiormente lasciato il segno nel mio vecchio cuore di "discomaniaco". L'elenco potrebbe continuare ma non voglio farmi ulteriormente del male. Il parziale conforto è rappresentato dal fatto che Buscemi resiste con orgoglio, rimanendo una sorta di baluardo, sicuramente uno dei negozi più forniti e dotato di personale cortese e competente! Da citare anche gli storici sopravvissuti negozi dell'usato come Il Discomane in Alzaia Naviglio Grande (che ultimamente però ho trovato piuttosto sfornito...), Metropolis nella doppia sede di Viale Padova e Via Procaccini, l'allegro Nashville e anche Rossetti Records & Books in Via Cesare Da Sesto, con annessa libreria dell'usato.
Ma quali sono le cause di questo sterminio? I discografici attribuiscono la crisi dei negozi di dischi ad internet e alle copie domestiche ma, personalmente, la considero un'analisi molto semplicistica. In realtà la politica dei prezzi è vergognosa con l'aggravante dell'IVA
al 20% che rappresenta una barriera apparentemente invalicabile. I numeri parlano chiaro: il calo delle vendite di dischi è inarrestabile, da meno 6,5% nel 2004 a meno 11% nel 2005, così come continua la diminuzione dei pezzi venduti, dai 138 milioni del 1995 ai 98 milioni del 2004. Sicuramente gioca anche una crisi di carattere culturale che, soprattutto nei più giovani, non permette più di intendere il disco come oggetto di cultura. Le scelte giovanili predominanti sono quasi sempre all'insegna dell'usa e getta: suonerie da scaricare, compilations da duplicare ma difficilmente, e come dare torto, 20 euro e più da spendere in un negozio di dischi, per titoli che presentano magari un paio di pezzi buoni ed il resto inciso appositamente come riempitivo!
Io, comunque, proseguo testardamente nei miei acquisti, alla faccia della crisi economica, del taglio delle pensioni, del buco nell'ozono e dell'IVA!
In definitiva, rifacendomi al Leopardi... come la domenica delude l'attesa del sabato, così la vita, spesso, delude i sogni della giovinezza. Non aspettatevi quindi niente, in modo da non rimanere mai delusi... concetto che vale anche in fatto di dischi! Cogliete l'attimo e vivete intensamente ogni occasione di acquisto! In fondo...
it's only rock'n'roll but I like it!

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